La fotografia è esperienza
La fotografia, rientrando nelle arti visive, può essere facilmente associata alla pittura, al disegno, alla grafica, alla scultura o al cinema. Mi sono chiesta, quindi, cosa differenzia effettivamente questa forma d’arte dalle altre.
Credo che l’aspetto più identificativo, e a mio parere affascinante, della fotografia, è che essa non può trascendere dell’esperienza diretta della vita. Una foto è il materializzarsi dell’attimo che il fotografo sta vivendo in quel preciso momento: è il presente che si concretizza. L’atto di fotografare nasce necessariamente dal vivere un’esperienza, implica la consapevolezza di ciò che si sta osservando, non può lasciar sfuggire l’attimo. Al contrario, le altre arti figurative, possono permettersi di eludere dall’esperienza concreta.
La differenza tra un pittore e un fotografo
Per esempio, un pittore può creare un’opera lasciandosi semplicemente guidare dalla pura immaginazione e dai pensieri. Certo, anche lui ha bisogno di provare delle sensazioni, creare dei ricordi, delle immagini mentali, e questo può farlo solo tramite l’esperienza, ma nel momento della realizzazione non è costretto ad essere totalmente immerso in essa. Il fotografo, invece, deve immergersi totalmente nell’attimo presente per catturare ciò che vuole. Anche se la foto viene immaginata anteriormente, poi si dovrà passare per forza all’esperienza. Pensiamo ad un pittore, ma anche ad un grafico, che vuole creare l’immagine di un paesaggio. Ovviamente egli può lasciarsi ispirare dall’osservazione di uno scorcio, ma può anche realizzare un bellissimo paesaggio utilizzando la sua immaginazione, restando nel suo studio. Invece, nel caso di un fotografo, egli ha necessariamente bisogno di esperire il bellissimo paesaggio, di vederlo con i suoi occhi, in modo tale da poterlo catturare. Il fotografo deve necessariamente vivere ciò che immagina se vuole dare un’effettiva concretizzazione alle sue idee.